Mappa Camerun
...per chiunque voglia inviarmi qualcosa (i pacchetti devono essere ben scocciati e l'indirizzo protetto per evitare che acqua e sole lo cancellino...):
Alessia Stradella
c/o CPSS Djamboutou
BP 1385 Garoua
Cameroun
Africa
...per chiunque voglia scrivermi: +237 74242219
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13 luglio 2009
"rattrapage!"
Sono sparita per un pò, presa da molteplici impegni e con in testa mille pensieri. Non posso mettermi qui a scrivere tutto quello che è successo, così chiedo alle foto dell'album 3 di raccontarvi...
... del viaggio che ho fatto con Chiara ed Emanuele in lungo e in largo per toccare le 5 città sedi delle Maisons des Jeunes del COE, dove abbiamo svolto la formazione...
... della mia prima volta al pagamento di una dote...
... del saluto ai ragazzi di Saare Jabbaama (Luca per te!)...
... del matrimonio di Bouba Muller con Nafi, con la tenuta scelta dagli sposi come simbolo di partecipazione (carini tutti uguali, come tanti gemellini!!! ma che strano effetto!)...
... dell'uscita degli Ebene & Ivoire in occasione della giornata internazionale del bambino africano, il 16 giugno...
... della fine dei due anni di corso delle ragazze che ho seguito alla MJC.
2 giugno 2009
"la prima vera pioggia"
Oggi è piovuto, una bella pioggia intensa accompagnata da una fitta grandinata... e la prima pioggia porta la vita, è una ricchezza inesauribile. E' un portafortuna, a tal punto che la gente la raccoglie da terra e la mangia!
31 maggio 2009
"l'usanza della dote"
Questa tradizione ancora in voga in Cameroun prevede che il futuro marito paghi alla famiglia della moglie una quota. Ogni etnia ha ovviamente le sue usanze, ma in linea di massima si paga una quota per il corredo della ragazza, una quota come riscatto e una quota alla madre. Ieri sono stata testimone di una cerimonia presso una famiglia Toupourì: il migliore amico di Nicolas, Maxim, sposerà la sua ragazza, Pulcherie, ed ha quindi deciso di cominciare a farsi avanti, visto anche che alle spalle si profilava un altro pretendente che alla ragazza non interessa ma che avrebbe certamente portato più soldi alla famiglia.
L'incontro ha finalmente inizio verso le 10.30 (inizialmente avevamo stabilito le 9!!! ma si sa in Africa...), iniziamo a contrattare l'argent de l'eau (i soldi dell'acqua), che serviranno per acquistare abiti, scarpe e quant'altro serva alla ragazza. In altre etnie si arriva invece direttamente con il corredo acquistato e si mostra alla famiglia. Davvero sembra uno spettacolo, alza il prezzo di qui, abbassa di là, famiglia della ragazza che esce per concertarsi, famiglia dello sposo che fa altrettanto. Ad un certo punto vengo presa dallo sconforto, sembra che non si riesca a raggiungere un accordo... Nicolas mi rincuora e mi spiega che fa tutto parte del gioco, non appena vedranno i soldi in contanti li accetteranno.
Tutti festeggiano e si abbracciano e brindano, il matrimonio tradizionale può dirsi concluso!
Si passa poi alla dote vera e propria, in questa famiglia si parla di buoi. Ne chiedono 12 (ognuno può valere circa 200.000 f cfa=300 euro circa, una bella somma!). Prima di tutto si contratta quindi il numero di buoi. Arriviamo a ottenere che scendano a 6, che fatica! Poi si deve capire se verranno pagati in capi o in soldi: decidiamo per i soldi, così si può sempre tirare sul prezzo. Noi proponiamo 60.000 a capo (vedete la differenza e il vantaggio?), loro rispondono che, se per quella cifra possiamo veramente acquistare un bue, allora vogliono la dote in capi. Tutto fa comunque parte del gioco, perchè dopo una trattativa lunga, interviene il papà della sposa che trova un accordo a 80.000 per capo e pagamento dilazionato.
Ultimo passaggio le richieste della madre, lei commossa si consulta con sua nuora e chiede 5 capre, un montone e un letto. Si accetta senza contrattare, la mamma dello sposo verrà poi per questo compito.
Dopo quasi 2 ore me ne vado, lasciando però gli altri ancora nelle discussioni e nei commenti.
Alla sera ci ritroviamo per consegnare una parte della dote: avanziamo 300.000 f cfa e chiediamo che la sposa possa passare la notte a casa della futura suocera. Il papà ci rinvia alla madre che sembra accettare, ma arrivano gli zii che, sempre nel rispetto delle regole del gioco, rifiutano. Io e Nicolas siamo troppo stanchi. D'accordo con la sposa usciamo dal retro, "rubandola" alla sua famiglia. Io e lei saliamo su un moto taxi e sfrecciamo verso la casa della suocera dove mi incarico di consegnarla alla sua futura famiglia. Ritornerà a casa l'indomani con una capra e un pollo per festeggiare l'avvenimento.
Il matrimonio tradizionale è concluso, evviva gli sposi!
20 maggio 2009
"gli eventi clou della formazione"
No, non aspettatevi un corso magistrale, qui potrete leggere tutto quello che non è mai stato rivelato e tutto quello che non si troverà mai sul rapporto di fine formazione.
Per cominciare vi presento gli attori: io, Chiara e Manu (i due civilisti). Le tappe: Mbalmayo, Douala, Yaoundé et Bafoussam. Il periodo: non stop dal 5 al 17 maggio 2009. Il tema: formazione sui rapporti tra animatori e pre-adolescenti e adolescenti, tecniche di ascolto e ruolo educativo dello sport.
A Mbalmayo tanto per cominciare bene abbiamo un partecipante quanto mai egocentrico e stravagante: si tratta del sorvegliante della scuola, sbarcato da un pianeta altro, che deve obbligatoriamente sottolineare e puntualizzare ogni frase da noi detta. Terribile lavorare così! Ma il bello arriva il secondo giorno durante un focus-group sul ruolo dell'affettività in un centro d'animazione. Si inzia a parlare di sottomissione della ragazza alle volontà di un uomo più grande (ex. professore) e quando Tina (la mia responsabile, ndr) dice che le statistiche confermano che la maggior parte delle studentesse incinte o sieropositive siano state in qualche modo costrette ad avere rapporti con i professori, lui, contrariato, sbotta, si alza e se ne va. Salvo poi dire il giorno dopo che effettivamente Tina aveva ragione. RObe da matti!!!
Ci trasferiamo a Douala su un pullman a 5 stelle, riceviamo addirittura un pasto formato aereo e una bibita omaggio!
A Douala da ricordare restano le magnifiche frittate piccanti mangiate per ben 3 sere consecutive e gli ottimi bignets caldi per colazione, nonchè la maman della birra che ci ha tenuto compagnia per tutte le sere. E rimane anche l'incredibile sfortuna legata al luogo dove abbiamo svolto la formazione: il primo giorno accompagnati dai bimbi della scuola elementare accanto impegnati nelle ripetizioni dello spettacolo di fine anno con al pomeriggio la novena delle suore dall'altra parte del cortile, accompagnate il secondo giorno al mattino dalle ripetizioni della corale della chiesa accanto e al pomeriggio dalla novena, per concludere l'ultimo giorno con la celebrazione delle cresime con relativi canti! Un delirio totale...
Memorabile anche il rientro verso Ydé: saliamo sul pullman con l'urgenza di andare in bagno, ma non possiamo fare altro perchè è in partenza. Non ce la faccio proprio più e anche Chiara non è messa meglio. Prendo l'occasione al volo, siamo al pedaggio di Edea, corro verso l'autista, gli chiedo di farci scendere e di ritrovarci dopo il pagamento. Corriamo a lato della strada per trovare un posto un pò riparato, beh dirvi che avevamo le chiappe al vento è dire poco: sono riuscita a liberarmi completamente mentre Chiara era bloccata psicologicamente e di certo non l'aiutavano le mie battute che le impedivano di concentrarsi! Dopo poco sentiamo il clacson del pullman che ci richiama, di corsa ci sistemiamo e sempre al volo riusciamo a salire! Uff! Che risate!
E infine Bafoussam, caratterizzata dalla colonna sonora "dammi una lametta che mi taglio le vene" considerata la disorganizzazione totale il primo giorno. Per non parlarvi poi della bimba ubriaca: eravamo alloggiati da padre Adriano, saveriano, e mangiavamo con i faleganmi che lavorano con lui. Prima sera scena memorabile, due fratellini Hilary, 2 anni e mezzo, e Barack, 6 mesi, (indovinate un pò in onore a chi???), lei prende il bicchiere di birra di padre Adriano e comincia a bere... noi osserviamo esterrefatti la scena... senza parole... dire che era ubriaca è dire poco!
19 aprile 2009
"avventura sulla strada del villaggio"
Finalmente siamo riusciti ad organizzare una visita a Mayo Lope, il villaggio dove è nato Nicolas e dove ancora vive gran parte della sua famiglia (allargata si intende, del resto siamo in Africa). Partenza ore 6 del mattino, abbiamo noleggiato un'auto, quindi oltre a noi due ci sono anche Victor, fratello di Nicolas, con sua moglie Wiwa e i piccoli Steve e Anike, più la mamma di Nicolas. L'auto sembra abbastanza affidabile, ha solo un piccolo problema di carburazione legato alla sporcizia, ma quando perde potenza si batte un pò con un ferro e magicamente riparte. Almeno è quello che ci dice il proprietario dopo che l'auto ci lascia a piedi a soli 200 mt da casa. Partiamo, la prima parte di strada è la più brutta, 50 km di sterrato non proprio regolare, Nicolas guida fino a Bibemi. In strada ci fermiamo un paio di volte quando la potenza del motore cala, ma tutto procede bene. Per la prima volta vedo anche un incredibile stormo di rondini, è proprio qui che migrano durante l'inverno! Passiamo davanti anche al campo profughi dell'UNHCR che raggruppa i tchadiani fuggiti dal loro paese l'anno scorso.
A Bibemi tocca a me prendere il volante, la strada è in perfette condizioni, la Sodecoton lavora da queste parti, quindi è nel suo interesse mantenerla in buono stato. In poco tempo percorriamo la restante 50ina di km che ci separano dal villaggio. Arriviamo in centro e da li continuiamo ancora altri 15 minuti fino all'agglomerato di case dove abitano i famigliari. Ma prima di arrivare un piccolo intoppo di blocca: siamo praticamente alla frontiera con il Tchad, i gendarmi ci fermano e cominciano a fare storie riguardo la macchina, insomma non tutto era in regola, quindi dobbiamo pagare 3000 FCFA (circa 5 euro) che se finissero nelle casse dello Stato mi andrebbe bene, ma purtroppo si trasformeranno in cibo e birra per i 3 militari.
Eccoci al villaggio, la capanna della nonna è isolata dalle altre: entriamo, lei non si aspetta la nostra visita, ma appena sente la voce della mamma di Nicolas il suo viso si illumina e comincia ad abbracciarci e a stringerci ad uno ad uno e a ringraziare Dio. La cataratta le ha un pò rovinato la vista ma ci riconosce ancora tutti benissimo. Fuori il caldo è torrido, ma all'interno, seduta sul letto fatto semplicemente di rami intrecciati, il fresco invita a ben riposarsi. Ma non c'è molto tempo, dobbiamo ancora salutare tutti gli altri: ripartiamo dalla moglie del fratello della nonna che è morto recentemente. Era un cacciatore come dimostrano le frecce e i disegni nella sua stanza e ora riposa giusto accanto all'entrata di casa sua. Un cacciatore proprio come nella tradizione Moundang, la loro etnia appunto. Da li partiamo verso casa di uno dei pochi poligami della famiglia, il fratello del papà di Nicolas: ad attenderci le sue due mogli e i suoi 15 figli! Anche qui ci sediamo e ci riposiamo un pò prima di ripartire alla volta di alcuni amici. Questi ultimi vogliono assolutamente che ci fermiamo a mangiare, ma poichè il tempo stringe e noi dobbiamo rifiutare, ci regalano una gallina da mangiare a casa che leghiamo ben bene e infiliamo nel bagagliaio. Siamo quasi alla fine, salutiamo ancora la nonna che ci regala un cesto di arachidi e a me personalmente un'altra gallina! Ripartiamo a casa dello zio poligamo perchè i suoi figli stanno cercando di recuperare un regalo per me e Wiwa, una capra ciascuna! Purtroppo è la stagione secca e quindi durante il giorno vengono lasciate libere: nessun problema, ce le faranno avere prossimamente a Garoua. Ripartiamo, e giusto per concludere in bellezza, sulla strada ci fermiamo a salutare un'ultima persona che regala a Nicolas un'anatra: risultato, viaggiamo con una piccola fattoria a bordo, 2 galline e un'anatra... meno male che le capre erano al pascolo! Interessantissima visita peccato la fretta...
E qui inizia l'avventura... sono le 15.30, arriveremo a Gra solo alle 23.30... mentre all'andata abbiamo impiegato meno di 4h!
Appena fuori dal villaggio l'auto perde potenza. Proviamo a farla ripartire, ma nulla. Fortunatamente in città c'è un ragazzo meccanico: smonta tutto il carburatore, pulisce il tutto e dopo un'1h siamo pronti a ripartire. Pochi metri e la potenza cala ancora. Ma riprende quasi subito. Il livello di benzina cala bruscamente, decidiamo per sicurezza di aggiungerne altra (a un prezzo quasi doppio del solito, legge della brousse). Continuo a guidare, il sole cala ed essendo quasi a Bibemi decido di lasciare la guida a Nicolas, con la mezza luce non vedo più tanto bene le buche. Neanche 10 minuti di strada e la macchina che aveva finora ben proseguito si ferma di nuovo. Accanto a noi solo una capanna, mentre il sole cala. Ancora con un pizzico di fortuna riusciamo a trovare un giovane meccanico in un villaggio poco distante, un'altra ora di lavoro cercando di capire se era questione di alimentazione, batteria o carburazione e si riparte. Nicolas e Victor attenti osservatori per poter riparare ulteriori problemi. Riprendo io la guida, ormai i fari illuminano bene la strada. Ma a Bibemi lascio ancora a Nicolas, è una parte dove rischia di esserci molto fango e lui è più capace di gestire l'auto in queste situazioni. Altri 10 minuti di guida e siamo ancora a piedi! Sigh! La mamma di Nicolas scherzando (ma non troppo!) gli dice di lasciarmi la guida, l'auto evidentemente lo rifiuta! Nicolas e Victor si metteno al lavoro, succhiano la benzina dalla pompa di alimentazione (o qualcosa del genere!) e dopo un pò di spinte l'auto riparte. Negli ultimi 50km si fermerà ancora 3 o 4 volte, ogni volta stessa storia: succhia la benzina, spingi e via! E ogni volta la fortuna di trovare qualcuno che passa a piedi accanto a noi a cui chiedere di illuminare il motore. Ormai guido come un automa, Nicolas chiacchiera con me per tenermi sveglia. Arriviamo a Pitoa, 15km da Gra, siamo sull'asfalto. I gendarmi ci fermano, anche qui creano alcuni problemi: in effetti l'auto ha ancora la vecchia targa (da qualche mese fuori legge) e un faro che non funziona: invento una balla colossale, dicendo che eravamo in visita dalle suore a Bibemi, che la nostra auto ci ha lasciato a piedi e che ne abbiamo trovata una di fortuna per tornare a casa... bah, merito anche della pelle bianca, ma passiamo senza pagare nulla. L'auto ci lascia a piedi ancora una volta, ma ripartiamo velocemente e in poco tempo siamo a casa.
Una doccia è d'obbligo, la polvere è entrata ovunque e il caldo e la stanchezza hanno fatto il resto. Tocco il letto e non riesco ad addormentarmi, il mio corpo sobbalza ancora come se fosse ancora in auto intento a saltare sulle buche!
Notte...
08 aprile 2009
ore 14.30... sono seduta qui davanti al pc e fuori si sta scatenando una incredibile tempesta di vento: sabbia, foglie e rifiuti volano ovunque, il cielo si è oscurato... speriamo arrivi anche la prima pioggia, altrimenti l'aria sarà irrespirabile.
26 marzo 2009
"la visita del Papa"
Ho avuto bisogno di un pò di tempo per trovare le parole giuste da scrivere riguardo alla venuta del Papa in terra d'Africa. Sul suolo camerunese non è che abbia detto un gran ché, visto che la maggior parte dei discorsi importanti sono stati fatti in volo o in terra angolana, vedi preservativi e AIDS, aborto e stregoneria.
Non so esattamente quali parole il Papa abbia pronunciato in volo riguardo i preservativi e il mio non vuole essere un giudizio di valore (io ho le mie idee al proposito, come ognuno è libero di avere una sua propria convinzione), ma bisogna comunque dire che se si analizza il tema partendo dal contesto in cui vivo, purtroppo serve ben altro che un preservativo. L'ignoranza in materia di rapporti sessuali, di concepimento, di malattie sessualmente trasmissibili è davvero tanta. Il preservativo resta assolutamente un aiuto fondamentale, ma l'educazione di base in materia lo è ancora di più.
A questo proposito, mi fanno spesso rabbrividire le domande che mi pongono le ragazze che seguo al venerdì alla MJC con degli interventi di sensibilizzazione: la loro ignoranza in materia è talmente tanta che gli uomini che conoscono queste dinamiche si prendono gioco di loro, mentre quelli ignoranti restano nella loro ignoranza. Risultato, in entrambi i casi la situazione di una o più persone peggiora. Ecco perchè si tratta semplicemente di educare le persone perchè molti comportamenti a rischio cessino di accadere, ovviamente senza tralasciare l'aiuto di tutti gli strumenti possibili.
22 marzo 2009
"settimana della carne di brousse affumicata"
Ho assaggiato due specie diverse di animali che vivono nelle brousse circostanti e che sono abitualmente rare da trovare sul mercato. Tramite i ragazzi che lavorano al Centro di formazione agro-pastorale, Nicolas è riuscito ad acquistare la metà anteriore di un porcospino. Con quei suoi artiglietti, l'aspetto non è che mi comunicasse un gran ché, ma dopo averla preparata in umido con salsa di pomodoro, il sapore era decisamente ottimo!
L'altro animaletto invece, l'ho preparato con la fidanzata di Muller, uno dei ragazzi del centro, che ci ha invitati a casa sua per gustare la veloce antilope! Niente male nemmeno questa, peccato che sia stata molto veloce anche a voler uscire dal mio corpo! :)
12 marzo 2009
"brigitte, a dilli na?"
Oggi c'è stato il funerale di Brigitte, la maman che da anni lavorava nella casa del COE come donna delle pulizie-cuoca-tuttofare. Mi rimarrà sempre impresso il sorriso e l'abbraccio con cui mi ha accolto al mio ritorno, ma soprattutto ricorderò sempre un piccolo particolare: una mattina mentre facevo colazione mi si è avvicinata e con estrema delicatezza e dolcezza mi ha sistemato le trecce dicendomi che così sarei stata più bella.
Era stanca, durante la vita aveva dovuto affrontare numerose prove, sempre superate con grande coraggio. Ora riposa.
Vi parlo di ciò per raccontarvi di un fatto particolare avvenuto all'obitorio: prima di aprire la stanza il becchino ha bussato dolcemente alla porta. Un modo di chiedere permesso alle anime dei defunti che stanno riposando in pace.
10 marzo 2009
"lo stregone del termitaio"
Stamattina un anziano signore è venuto alla pepiniere (vivaio) che si trova nel grande cortile della nostra casa per contrastare la crescita di alcuni termitai che danneggiano gravemente le piante.
Il termitaio altro non è che una montagna di terra che le termiti accumulano in superficie per scavare le loro gallerie nel sottosuolo e che può superare anche i 2 mt d'altezza.
L'anziano signore ha quindi fatto un giro attorno al termitaio, poi si è fermato in un punto preciso dove ha iniziato a scavare: ha sentito che la regina era più o meno in quel punto e solo eliminando la sua casa avrebbe potuto far "morire" il termitaio. Ha cominciato a scavare all'altezza del terreno ed ecco sono comparse tutte le innumerevoli gallerie che le termiti hanno creato. Dopo poco è apparso davanti ai nostri occhi un grande uovo di terra all'interno del quale si trova la regina. Ho chiesto di poter vedere l'interno e con grande stupore mi sono trovata davanti ad una termite con un immenso ventre in movimento all'interno del quale sono contenute le uova. La stessa regina è circondata poi da migliaia di termiti operaie che prelevano le uova quando la regina le depone e le portano nelle varie gallerie del termitaio dove si schiuderanno. All'interno del termitaio vi sono anche le termiti soldato che hanno il compito di proteggere l'immensa "reggia". All'interno dell'uovo è presente anche il maschio che copula con la regina per tutta la durata della sua vita, così come la regina ha il solo scopo di partorire figli.
Non appena abbiamo allontanato l'uovo dal termitaio, tutte le termiti si sono improvvisamente volatilizzate, come se in assenza della loro regina non avesse più senso rimanere li.
Ogni giorno la regina depone 7000 uova, 1000 ogni 3 ore circa!!! Le termiti hanno una durata di vita di circa un settimana.
Nicolas mi ha poi spiegato che la regina viene venduta ad un prezzo molto elevato: si dice infatti che dopo averla fatta seccare e ridotta in polvere, si venda come prodotto da far bere nelle prime ore di vita ai neonati di famiglie di costituzione magra, perchè si dice favorisca l'aumento della massa corporea.
24 febbraio 2009
"battesimo in brousse"
Approfittando di un'uscita in brousse di don Alberto, ho puntato la sveglia ad un orario per me poco usuale (6.46) e mi sono preparata per andare a celebrare il battesimo di una bimba.
Quando si tratta di spostarsi, di muoversi, di osservare non c'è orario che tenga! E per di più erano mesi che non passavo tra i villaggi, avevo quasi dimenticato la tranquillità che si "respira", la regalità delle donne che camminano con le loro mercanzie sulla testa, la curiosità dei bimbi che rimangono ancora a bocca aperta quando vedono un nassara (bianco) e cominciano ad agitare la mano all'impazzata per salutare!
E' stata una bella mattinata, emozionante assistere a questa celebrazione che qui è vissuta senza troppi fronzoli e lazzi, ma solo per il vero valore che ricopre.
21 febbraio 2009
"polli ormai non più polli"
Nicolas qualche giorno fa ha acquistato 3 polli della fattoria del COE. In principio uno per noi da preparare proprio stasera, uno per la sua famiglia e uno si vedrà. In attesa di spennarli li ha lasciati razzolare nel giardino del centro di accoglienza Saare Jabbaama. Stamattina parto per il lavoro e quale notizia mi giunge??? I cani di SJ hanno divorato nella notte tutti i polli, i nostri 3 e altri 2 di un altro educatore! Ragazzi, li hanno proprio puliti ben bene, non rimaneva altro se non qualche piuma, la testa, le zampe e la colonna! Come dire, mi sembra ovvio che a cena non verrà servito del pollo! :)
In compenso anche uno dei cani ci ha rimesso la pelle: qui alcune etnie se ne cibano, come in Cina e Corea. Ecco quindi che uno di loro è stato "sacrificato" per saziare la fame di alcuni... Pur essendo una scopritrice di sapori, stavolta mi sono chiamata fuori, di cibarmi di un essere che vedevo spesso non mi pareva proprio il caso.
18 febbraio 2009
"obama"
Barack Hussein Obama qui in Africa è davvero un mito. Oggi ho partecipato ad un'animazione di scuole primarie di Garoua e, al momento della prova di bricolage, un allievo si è presentato con il disegno del nuovo Presidente degli USA. In giuria si deve votare l'opera secondo tre criteri: espressione, materiali e originalità. Devo dirvi che il disegno non era proprio carino, ma una certa somiglianza si poteva pure trovare. Io ho dato un 6 politico, mentre il giurato accanto a me, camerunese, ha assegnato un bel 9. Gli ho chiesto le ragioni e lui mi ha spiegato che Obama è il politico che più di tutti li rappresenta, che hanno fiducia in lui come persona che potrà risollevare anche le sorti dell'Africa.
Mi sono messa a pensare... speriamo che al di là del colore della pelle, ascoltino anche le sue parole, discernendo in futuro sulle scelte e le prese di posizione del Presidente USA, altrimenti di tratterà solo di una questione di razza e si rischierà di ricadere in stereotipi falsi e quantomai portatori di conflittualità.
11 febbraio 2009
"fete de la jeunesse"
Arrivo al nord giusto qualche giorno prima della festa della gioventù, che si è celebrata oggi con l'abituale sfilata di scuole e gruppi di giovani, nonchè con feste, danze e canti.
Il caldo è ancora abbastanza sopportabile, quello che più infastidisce è il brouillard tipico di questo periodo: una fitta nebbia costituita dalla sabbia del deserto che viene portata fino qui dal vento. Il sole è oscurato, ma riscalda comunque, e la sabbia entra ovunque, soprattutto nelle narici e in gola. Non è certo il periodo migliore quaggiù!
L'accoglienza è stata davvero calorosa, tutti coloro che ho incontrato finora sono stati contenti di rivedermi, vuol dire che l'anno scorso poi così tanto male non ho fatto! E che qualcosa ho lasciato. Speriamo che il lavoro possa continuare bene viste le premesse. Per il momento latita un pò, il coordinatore nazionale ancora non ha dato l'ok al mio progetto, quindi prima di partire aspetto un suo segno che spero non arrivi con i tempi africani, altrimenti rischio di rientrare prima di avere inziato!
5 febbraio 2009
"ancora al sud"
Sono sempre a Ydé, ma nel frattempo ho già trascorso due giorni a Douala con il suo caldo umido soffocante (e meno male che siamo in stagione secca!) e uno a Mbyo, dove ritornerò domani e dopo prima di spiccare di nuovo il volo verso il nord... anzi più che di spiccare il volo credo si tratterà di annaspare sotto i numerosi kili che dovrò trasportare con me durante il viaggio in treno e in car! bonne chance alé!
E' pur vero che 5 mesi non sono un grande lasso di tempo, ma non sono nemmeno briciole. La stragrande maggioranza dei luoghi che ho rivisto è rimasta tale e quale e, così come era successo al mio ritorno in Cina, mi diverto a cercare di ricollegare le immagini che mi passano in questi giorni sotto gli occhi con i ricordi che avevo conservato alla partenza.
In questi giorni di spostamenti mi sento una gitana e non è proprio possibile dire che mi sento a casa, ma di sicuro sono meno "straniera" che altre volte e a farmelo capire sono i saluti delle persone che ricordano il mio passaggio e chiedono dove sono finita nel frattempo.
30 gennaio 2009
"atterraggio fallito"
Eccomi di nuovo in Cameroun. Volo tranquillo, aereo per quasi i 2/3 vuoto, quindi ci si poteva ben allungare. Ma come ogni viaggio, un pò di adrenalina iniziale è quella che contribuisce a dare il tocco giusto: siamo in prossimità di Yaoundé, l'aereo rallenta, il carrello scende, siamo a 1000mt di altezza... quando improvvisamente la velocità aumenta, riprendiamo quota e il carrello viene ritirato! Argggggg!!! Penso che forse quaggiù non sono la benvenuta! :) Scherzi a parte, dopo aver virato il pilota ci comunica che ha fallito il primo atterraggio! Penso subito a quanti altri me ne attendono, sperando che al secondo tutto sia più facile. Detto, fatto: al secondo tentativo siamo a terra! Applausi scaccia tensione e poi ci si lancia alla ricerca dei bagagli, sperando che ci siano tutti e che nulla si sia rotto. Anche qui, detto fatto.
Piccola nota, il caldo tocca i 30° alle ore 17, contando che sono partita da -1.5°, lo sbalzo è notevole e i vestiti si lasciano tranquillamente strizzare.